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Angeli custodi
Partimmo dalla Leona non senza qualche preoccupazione.
La bandiera issata sul pennone di fronte al parador è sempre spianata e non nella direzione che vorremmo indicasse. Pazienza.
Ci aspetta una giornata ricca d’incertezze come si conviene in un viaggio vero.
Prima di tutto siamo a corto di soldi.
Non sempre è possibile prelevare ed è ancora più difficile pagare con carta di credito.
Secondo, il tratto che dobbiamo percorrere prevede 70 km di sterrato. Sembra che abbiamo finito i soldi per completare quel tratto di strada, per cui ciccia.
Il problema , secondario ma non meno inportante è che il “camino de tierra” comincia dopo 60 km, quindi, ti fermi prima? Provi a farlo in giornata? Il vento? Insomma, partiamo. Arriviamo indenni a Tre Lagos, ultimo pueplo prima di essere di nuovo inghiottiti dalla Patagonia e dopo poco siamo di fronte ad una strada si ghiaia e sabbia mossa: non ci resta che mangiare una fetta di pan dulce e provare ad inoltrarci.
Pochissime pedalate, pochi passi ed è subito chiaro che è impossibile proseguire se non per merito del “dedo” magico di Paolo che, al primo colpo, ferma un pick-up brasiliano che senza indugio ci carica!
Ivanor (papà), Luciane (mamma), Livia (figlia), Enzo (figlio). Spostano le loro cose e ci imbarcano. Uno in cabina e, a turno, uno sul cassone con bagagli e biciclette. Addirittura ci portano a Gobernador Gregores regalandoci una tappa veramente impossile. Non si poteva chiedere di meglio ai nostri angeli custodi.
Viaggiare in Patagonia è anche questo.